giovedì 8 maggio 2014

Canale Mussolini

Buon pomeriggio lettori! Finalmente un po' di sole! E' bellissimo potersi finalmente mettere all'aperto, con gli occhiali da sole e libro sulle ginocchia, a godersi i primi caldi!
Io oggi ho terminato la lettura di "Canale Mussolini" di Antonio Pennacchi, libro che quando uscì ebbe un grandissimo successo e che ha vinto il Premio Strega (battendo tra parentesi "Acciaio").

Trama:
Canale Mussolini è l'asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine.Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Sono i "cispadani" scesi dal Nord, e i "marocchini" del Lazio li guardano con sospetto, spiano le loro abitudini disinvolte, le loro donne in gonne corte e sgargianti, allegre. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi, gli eroi di questa saga straordinaria. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle, che dentro il Fascio conta qualcosa perché ha meriti di audacia e valore, ma che dal Fascio non si fa dettare ordini. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile nello stabilire le regole di casa cui i figli obbediscono senza fiatare. Il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, il cocco di mamma. Iseo e Temistocle, Treves e Turati, fratelli legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti, promesse dette a voce strozzata sui campi di lavoro o nelle trincee sanguinanti della guerra. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c'è lei, l'Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più generosa, capace di amare senza riserve e senza paura anche il più tragico degli amori. La più strana, una strega forse, sempre circondata dalle sue api che le parlano e in volo sibilano ammonimenti e preveggenze che, come i sogni oscuri della nonna, non basteranno a salvarla dalla sorte che l'aspetta. E Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l'eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà. Un poema grandioso che, con il respiro delle grandi narrazioni, intreccia le vicende drammatiche e sorprendenti dei suoi protagonisti a quelle, non meno travagliate, di mezzo secolo di storia italiana. 

Recensione:

Mi dispiace davvero tanto dire che non ho amato affatto questo romanzo. Mi dispiace perché mi ha fatta sentire un po' "ignorante", dato che le recensioni che ho trovato su internet hanno toni entusiastici. Purtroppo non ho amato lo stile di scrittura: un personaggio racconta la vicenda come se stesse conversando con il lettore, quindi con errori di sintassi, divagazioni, risposte a ipotetiche domande che l'interlocutore potrebbe fare. In particolare sono state le divagazioni a rendere la lettura troppo lenta. Inoltre i pochi dialoghi che ci sono sono tutti in dialetto, quindi non sono di facile comprensione.
Non so spiegare, è come se nel romanzo accadesse di tutto, ma al contempo non accadesse niente. Le vicende sono narrate così come sono accadute, a tratti anche in modo divertente, ma non c'è suspance, non c'è un vero apice della narrazione. La storia italiana che va dai primi del '900 alla seconda guerra mondiale è raccontata dal punto di vista di una famiglia che vede tutto a suo modo, personaggi deboli che si aggregano alla sezione politica che li sa convincere meglio, senza poi realmente sapere in cosa credono.
A difesa del libro posso dire che mio marito l'ha adorato, e divorato in pochissimo tempo, anche perché affronta un argomento particolare e specifico: la bonifica delle paludi Pontine. Per gli amanti della storia, è un libro che non deve mancare sul comodino!

VOTO: 4



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